Che la situazione del trasporto pubblico fosse insostenibile, in particolare nella città storica, era sotto gli occhi di tutti.  Che le azioni messe in campo da questa Amministrazione, dalle navette all’accordo con le compagnie di taxi, fossero del tutto insufficienti era altrettanto evidente.

Per settimane abbiamo richiamato l’Amministrazione alle sue responsabilità: finalmente anche il Sindaco e la dirigenza di AVM hanno preso atto che quanto Partito Democratico, organizzazioni sindacali e cittadini denunciavano riguardo al caos nel trasporto pubblico era più che fondato.

Il Comune di Venezia deve avere il duplice obiettivo di garantire un servizio di trasporto che risponda alle esigenze della città e di tenere in piedi una società strategica come AVM, che, in questi 5 anni, ha assicurato ingenti entrate a questa Amministrazione.

AVM, che ha deciso di riportare in servizio tutti i lavoratori dai primi di giugno, dal 2015 al 2019 ha trasferito al Comune, solo per la parte relativa ai titoli di viaggio, 166,6 milioni di Euro (117,3 milioni sui biglietti turistici più 49,3 milioni dalle maggiorazioni su quelli ordinari).

Nel solo 2019 il trasferimento è stato di 34,1 milioni, mentre nel 2014, ultimo anno di governo del centro sinistra, era stato di 21,3 milioni.

Prendendo in considerazione anche la tassa di soggiorno, per la quale nel 2019 il Comune ha incassato 36,8 milioni, contro i 24,8 del 2014, e la ZTL, passata dai 16,6 milioni del 2014 ai 21,7 del 2019, abbiamo calcolato che il Comune di Venezia ha incassato nel 2019 dal solo comparto legato al turismo 92,6 milioni di euro, quasi 30 milioni di entrate correnti in più rispetto al 2014, quando furono incassati in totale 62,8 milioni da titoli di viaggio, tassa di soggiorno e ZTL.

Nessuno, naturalmente, poteva prevedere di dover affrontare una pandemia, ma il fatto che il turismo a Venezia potesse diminuire o, perlomeno, avere un andamento altalenante avrebbe dovuto essere preso in considerazione.

Quest’anno pare che AVM chiuderà con una perdita di 39 milioni di euro: ci domandiamo se in questi anni di entrate considerevoli non sarebbe stato meglio costituire un fondo per coprire un eventuale calo di entrate piuttosto che utilizzare l’azienda come un bancomat per organizzare feste ed eventi.

E, infine, la questione più rilevante è se vogliamo davvero ritornare al sovraffollamento turistico degli ultimi 2 o 3 anni pur di garantire la tenuta dei conti del Comune e di AVM,  o se non sia arrivato il momento di ripensare in modo radicale le gestione complessiva del turismo in città.

Giorgio Dodi – Segretario comunale