Vogliamo rispondere all’Ing. Seno che non ci siamo mai dichiarati esperti dei trasporti.
Non abbiamo una laurea in ingegneria dei trasporti, d’altronde non l’ha nemmeno Seno, ma abbiamo cercato di proporre una visione dei servizi che vorremmo dare a cittadini, lavoratori e visitatori della città .
Siamo talmente consapevoli di non essere dei tecnici che abbiamo chiesto un confronto con l’amministrazione e con l’azienda, offrendo la disponibilità del Partito Democratico a presentare le proprie proposte, per il bene della città.
La chiusura totale e la reazione scomposta di Seno dimostrano la mancanza di volontà dei vertici dell’azienda di confrontarsi non solo con il Partito Democratico, ma anche con gli utenti e con i dipendenti di Actv che certamente hanno ben presenti le esigenze della città.
Riteniamo che le scelte fatte in questi anni dall’amministrazione e da Actv in materia di trasporti e di regolazione dei flussi siano non solo sbagliate ma anche assolutamente inconsistenti: non serve infatti essere esperti di trasporti per vedere che la città e i suoi mezzi di trasporto sono sotto assedio.
Ricordiamo, inoltre, a Seno che le continue sperimentazioni effettuate in questi anni da Actv, fatte sulla pelle dei cittadini e senza un confronto con la città, sono sempre state fallimentari (sia nella città d’acqua, che in terraferma).
Riteniamo poi che alzare bandiera bianca di fronte all’invasione turistica di questi giorni, affermando di aver fatto il massimo, sia un’offesa per chi ha vissuto il weekend pasquale a Venezia, residenti e visitatori, ed anche per i lavoratori che hanno dovuto affrontare, nel totale disinteresse dell’amministrazione e dell’azienda, orde incontrollate di persone.
Il nostro invito va, quindi, non solo a Seno ma anche all’assessore Boraso e al Sindaco: è evidente che il problema dei flussi turistici è complesso e che non può essere affrontato solo con il sistema trasportistico, ma dato che l’amministrazione comunale non ha intenzione di fare alcunché per diminuire gli arrivi a Venezia, almeno cominci a differenziare i flussi con linee esterne al Canal Grande. Ne trarrebbe giovamento non solo la gestione dei flussi ma anche la navigabilità del Canal Grande, ogni giorno più rischiosa.
Non serve essere esperti di trasporti, è sufficiente avere un’idea di città e dei servizi che si vogliono dare ai cittadini: è questo che dovrebbe fare la politica e in questi anni ne abbiamo vista davvero poca.
Ribadiamo comunque la nostra disponibilità ad un confronto in commissione o in Consiglio comunale con azienda, Municipalità, cittadini e organizzazioni sindacali.
Giorgio Dodi
Segretario Partito Democratico Venezia
Monica Sambo
Consigliere comunale
Maurizio Mandricardo
Segreteria Pd Venezia – delegato alla Mobilita’
Apprendiamo che il sito di Porto Marghera è arrivato settimo su nove candidati nella valutazione dell’agenzia ENEA per definire la localizzazione del nuovo polo europeo
per la ricerca sulla fusione nucleare, progetto che prevede 500 milioni di Euro di investimenti.
Tra le motivazioni non ci sono aspetti relativi alla qualità del progetto, a dimostrazione che il nostro sistema universitario è di alto livello. Il vero problema sono le bonifiche e la proprietà delle aree: ancora una volta paghiamo l’immobilismo di una Giunta troppo indaffarata nel cancellare quanto di buono realizzato in passato, piuttosto che nel cogliere le opportunità offerte dal presente.
Nel 2014 la Giunta di centro-sinistra aveva previsto la costituzione della newco Marghera Eco Industries, società poi realizzata dal Commissario e creata proprio per portare a termine il trasferimento delle aree di proprietà di Syndial/ENI al Comune di Venezia. Società che il sindaco Brugnaro, dopo l’uscita della Regione, ha bellamente messo in liquidazione e definitivamente chiuso, mandando a monte mesi di trattative. Trattative che, peraltro, prevedevano che ENI si facesse carico del costo di quelle bonifiche che oggi sarebbero state oltremodo utili proprio ai fini del progetto del polo per la ricerca sulla fusione nucleare.
Il risultato è che 1500 lavoratori altamente qualificati, tra impieghi direttamente connessi al progetto e indotto, non verranno a Marghera. La domanda che ci poniamo è questa: se un ente pubblico non viene a Porto Marghera per la mancanza di garanzie su aree e bonifiche, come potranno venirci le aziende private, che prima di tutto chiedono certezze?
Il sindaco Brugnaro, ancora una volta accecato da quelle logiche politiche che diceva di rinnegare, pone un freno alla realizzazione di processi virtuosi, a discapito di tutta la collettività. Dopo aver fatto saltare gli accordi sull’area della Stazione di Mestre, sul terminal del tram a san Basilio, su via Ulloa a Marghera, salvo poi fare un’affrettata retromarcia, dopo aver fatto saltare l’accordo con ENI oggi porta la responsabilità degli effetti negativi delle proprie scelte.
Si apra subito un tavolo su Porto Marghera aperto alle categorie economiche, ai parlamentari e ai partiti in maniera trasversale: solo così potremo riprendere la via di uno sviluppo sostenibile.
Giorgio Dodi
Segretario Comunale Partito Democratico
Il Partito Democratico di Venezia esprime forte preoccupazione per la situazione che stanno vivendo i lavoratori del Casinò di Venezia e le loro famiglie e auspica che la proprietà arrivi al più presto ad un accordo su un nuovo contratto di lavoro.
Durante quest’ultimo anno, che ha visto l’imposizione unilaterale da parte del Comune di un Regolamento Aziendale in sostituzione del vecchio Contratto Aziendale di Lavoro, nell’attesa di scriverne uno nuovo, i lavoratori hanno assistito ad una trattativa lunga e difficile in cui la proprietà non ha esitato ad usare metodi coercitivi.
Le promesse di un rilancio e di un restyling delle due sedi non sono ancora state mantenute, la prospettiva di una sede nuova e prestigiosa, già prevista nel quadrante di Tessera, è sparita lasciando spazio a soluzioni che conducono all’area dei Pili, di proprietà del Sindaco Brugnaro, riportando in luce il problema dei suoi conflitti di interesse.
Il Partito Democratico ritiene sia gravissimo che nella gestione di un’azienda partecipata di tale importanza, che tanto ha dato e continua a dare in termini economici a tutta la comunità veneziana, si continui ad avere un atteggiamento ricattatorio nei confronti dei dipendenti, senza, al contempo, essere in grado di presentare alcun piano industriale che abbia come obiettivo il rilancio in una nuova sede di pregio che affianchi Ca’ Vendramin Calergi.
Giorgio Dodi
Segretario Comunale Partito Democratico Venezia
Alessandro Baglioni
Segreteria Partito Democratico Venezia – Delegato alle Partecipate
Il requisito della residenza protratta per 15 anni, richiesto dalla legge regionale del Veneto n. 6 del 2017 come titolo di precedenza per l’accesso agli asili nido è stato dichiarato “incostituzionale” dalla sentenza n. 107/2018 della Corte costituzionale.
La legge regionale aveva configurato come titolo preferenziale per l’iscrizione dei bambini al nido pubblico la residenza ininterrotta (o l’attività lavorativa, anche non continuativa) per 15 anni in Veneto.
Il Comune di Venezia ha un primato (negativo), infatti prima dell’approvazione della legge regionale aveva introdotto (con un emendamento della Lega) un punteggio di preferenza per le coppie che risiedevano a Venezia da almeno 20 o 15 anni.
Il regolamento era stato ulteriormente modificato nel GENNAIO 2018, confermando in parte tali criteri e prevedendo esplicitamente il criterio di priorità previsto dalla legge regionale dichiarata oggi incostituzionale.
Da sempre ci siamo opposti sia a livello locale che regionale a questo tipo di ragionamento evidenziandone i profili di incostituzionalità.
La legge regionale e il regolamento del comune di Venezia sono provvedimenti sbagliati non solo perché violano il principio di uguaglianza ma anche perché rendono meno attrattivo il Veneto e Venezia per le giovani coppie ed escludono le famiglie vulnerabili.
La Corte costituzionale ha confermato le nostre denunce stabilendo che la legge regionale , contrasta con il principio di uguaglianza, poiché introduce un criterio irragionevole per l’attribuzione del beneficio, non essendovi alcuna “ragionevole correlazione” tra la residenza prolungata in Veneto e le situazioni di bisogno o di disagio.
La corte costituzionale ha poi sancito due importantissimi principi che noi condividiamo appieno:
– la funzione educativa dell’asilo nido
– nonché la finalità socio-assistenziale e quindi la necessaria tutela dei genitori privi dei mezzi economici per pagare l’asilo privato.
Siamo contenti di questo esito perché riteniamo che i bambini vadano tutelati senza confini! Per questo nelle prossime settimane il Partito Democratico depositerà una delibera di iniziativa consiliare di modifica del regolamento comunale sui nidi.
E’ bene che anche il Governo leghista impari dagli errori dei propri amministratori locali, non bastano gli slogan bisogna rispettare innanzitutto la Costituzione!
Monica Sambo
Consigliera Comunale PD
Giorgio Dodi
Segretario Comunale PD